In epoca recente la chiesa di S. Anna è stata contraddistinta dall‘operato del padre Atanazij Kocjančič (1911–1996). Nato a Cristoglie nella parrocchia di Covedo, all‘eta di tredici anni il piccolo Atanasio fu affidato ai francescani della Provincia veneta di S. Anna a Capodistria. Dopo anni di studio, il 4 luglio del 1937 ricevette la consacrazione sacerdotale al convento di San Francesco della Vigna a Venezia, sede di provincia, dove studiò, oltre alla teologia, numerose altre discipline e infine un corso medico biennale per missionari. I fascisti volevano impedire la sua prima messa nella sua parrochia d‘origine sicché questa fu celebrata appena il 15 agosto 1937 nella cappella della Beata Vergine alle sorgenti del Risano. Durante la guerra è stato per mezzo anno cappellano sanitario militare e, poi, tre anni curato degli internati civili e militari in varie parti d‘Italia. Nel 1947, le autorità comuniste jugoslave, benchè innocente, lo condannarono a quattro anni di lavori forzati. Appena nel 1974 potè trasferirsi definitivamente nell‘amata chiesetta di S. Anna a Capodistra dove visse fino alla fine dei suoi giorni. Padre Atanazij Kocjančič è sepolto nella tomba all‘entrata della chiesa. Fu un frate minore modesto, umile, semplice, un confessore instancabile, un grande devoto dell’Eucaristia, seguendo l’esempio del suo amico e confessore San Leopoldo Mandić. Mai si lamentò degli altri, neanche di quelli che lo condannarono ingiustamente al carcere. Amava la solitudine, ma si rallegrava di ogni visita. Il suo amore per la povertà fu eccezionale. Si accontentava di poco ed era felice nella propria cameretta più che modesta. Non hai mai cercato il proprio interesse o riconoscimenti. La malattia, che lo accompagnò negli ultimi anni della sua vita, fu l’ultimo volume che lesse nella scuola della croce.